martedì 18 settembre 2012

I grilli

Non sono quello che si definirebbe un "commentatore politico", ma è più forte di me: non posso fare a meno di seguire la (malandata) scena politica nostrana e quella internazionale e, certe volte, la voglia di dire la mia prende il sopravvento.
Perchè una mia opinione ce l'ho, me la faccio... o almeno cerco sempre di farmela, anche perchè senza opinioni, come diamine si fa a campare?

In questi giorni seguo con interesse le problematiche interne al Movimento 5 Stelle.
I grillini, di solito, mi fanno un po' paura e Grillo, di solito, mi disgusta proprio, ma il caos generato dall'intervista rubata a Favia, consigliere regionale in Emilia Romagna per il M5S, mi genera reazioni contrastanti che si innestano sulla mia generale considerazione su quel movimento.

I grillini mi fanno paura perchè mi appaiono come uno dei peggiori frutti del berlusconismo: quando li guardo, con il distacco di un'osservatore esterno, vedo persone che tendenzialmente non hanno mai fatto politica, che solitamente non hanno mai amministrato nemmeno un condominio, che li lanciano in analisi politiche convinti che basti una classe dirigente diversa per governare meglio il paese, che si crogiolano nell'illusione che la democrazia diretta sia meglio di quella rappresentativa e che si cullano nel sogno di una rete trasparente e democratica, spazio di confronto diretto e aperto, ma poi commentano nascondendosi dietro peudonimi o nell'anonimato completo.
Berlusconi, a mio avviso, è l'artefice primo della loro (assolutamente pia) illusione: tra i tanti danni che ha generato nella nostra vita pubblica, il peggiore, per come la vedo io, è stato quello di generare la convinzione che chiunque possa fare politica dal nulla.

Lui è sceso in campo - esclusivamente per curare personalmente suoi privatissimi interessi - senza aver mai fatto politica prima e, da quel giorno, ogni massaia di Voghera si è convinta che la politica poteva essere di tutti.
Ma sì, ignoriamo l'importanza della gavetta, dello sviluppare doti dialettiche e di dibattito, di farsi le ossa affrontanto problemi e decisioni politiche ed amministrative su scale minori e passiamo direttamente al grande gioco della politica nazionale ed internazionale. Tanto che ci vuole? Basta saper parlare e vedere i problemi per poterli risolvere... come se la necessità del compromesso, l'arte del dialogo e la complessità dei problemi non esistessero.
Alla lunga, ecco il risultato: gente venuta fuori dal niente che, vedendo solo un pezzo di problemi più complessi, di situazioni che sono schemi vasti e risultato di problemi intrecciati tra loro, decide di "scendere in campo", prendere l'iniziativa e lanciarsi nella mischia sempre lancia in resta, quasi mai con l'approccio del tipo "la soluzione viene dal dialogo e dal compromesso".
Certo, il compromesso a oltranza fa grandissimi danni e tantissimi buoni propositi animano i grillini, ma si tratta di dilettanti allo sbaraglio che spesso, quando provano a tirare le fila di un problema, si trovano con in mano una matassa tanto ingarbugliata da non saper più che pesci pigliare... e l'istintiva soluzione che sempre li tenta, seguendo l'esempio del loro portavoce (vabbhe... ignoriamo per un attimo il fatto che è anche il loro ideologo...) diventa quella gordiana: via tutto!

Guardo i grillismo e cerco le differenze rispetto al berlusconismo... ed a parte le buone intenzioni, a volte, faccio davvero fatica.

Berlusconi è sceso in campo per risolvere i problemi che vedeva di prima mano allo scopo di curare i suoi interessi (che poi erano e sono il suo tornaconto economici).
I grillini scendono in campo per risolvere i problemi che vedono di prima mano e curano i propri interessi personali (quelli di cui hanno polso diretto, di cui vedono i problemi e le criticità); la differenza sta nel fatto che lo fanno animati dal più nobile desiderio di occuparsi dell'interesse generale ma lo schema è lo stesso.
Berlusconi ha sempre avuto toni aggressivi nei confronti dei suoi avversari accusandoli di essere comunisti /stalinisti con il grande sogno dell'esproprio proletario, senza curarsi di dover dimostrare queste accuse.
I grillini hanno toni aggressivi - quando va bene... spesso, invece, sono assolutamente brutali! - nei confronti degli avversari e li accusano di essere la causa di ogni male di questo paese, di nuovo, senza mai curarsi di dover dimostrare circostanziatamente le loro accuse. Certo, li anima la convinzione, sensata e ragionevole, per cui i danni sono derivati da decenni di cose sempre uguali quindi il cambiamento è necessario, ma da qui a dire che ogni cambiamento è meglio dello status quo e che ci sono responsabilità specifiche da parte di questo e quello ce ne passa.
Berlusconi è un leader carismatico e populista, che parla alle pulsioni profonde degli italiani... parla con fare scherzoso, ma sibili alla parte più egoista dell'animo suoi elettori.
Grillo è un leader carismatico e populista, che parla alle pulsioni più profonde degli italiani... parla con fare incazzato ed urla alla parte più aggressiva dell'animo dei suoi potenziali elettori.

Grillo è un comico, uno che di mestiere faceva satira tagliente, e quindi sa dove mettere una battuta, cosa dire per strappare una risata ed un'applauso, ma è anche un vecchio, uno di quelli arrabbiati con il mondo, uno di quei vecchi acidi e cattivi come solo certi vecchi sanno essere.
Ha diritto di essere incazzato, per carità, ma con chi?

Ha un passato da vittima, e su questa cosa ha costruito il suo successo personale per anni: vittima di un "complotto" (mai complotto fu meno segreto) del Partito Socialista Italiano per una ferale battuta sulla visita di Craxi in Cina nel 1986, è diventato il paladino della lotta ad ogni complotto.
Nell'immaginario collettivo (per alcuni anni anche io fui uno di quelli che ascoltava cosa aveva da dire con interesse), lui aveva toccato con mano la malvagità e la brutalità del potere costituito che schiaccia tutte le voci di dissenso, quindi sapeva di cosa parlava, quindi non poteva non essere vero...

Peccato che ad un certo punto siano successe due cose: abbia cominciato a dire corbellerie e, cosa da non fare mai se vuoi rimanere una vittima a vita, sia sopravvissuto ai suoi stessi carnefici, superandoli in longevità pubblica ed in popolarità.

Grillo era la vittima del corrotto potere del PSI, ma ad un certo punto, il PSI è evaporato proprio a causa della lotta a quella corruzione che lui aveva denunciato... a dirla tutta, Grillo per un certo periodo beneficiò ancora di più di questa cosa (aveva ragione lui, e c'era poco da dire... a maggior ragione doveva avere ragione anche sulle altre cose, no?), ma lui, nonostante alla fine la sua verità avesse vinto, continuò a rimanere incazzato con il mondo, ed ancora oggi lo è.
E' sopravvissuto alla fine politica del PSI (non alla fine della corruzione in Italia, sia chiaro, altrimenti sarebbe veramente immortale...), ma - cosa forse ancora peggiore per uno che punto sull'aura della vittima a vita - è sopravvissuto, come personaggio pubblico, all'oblio che ha investito i socialisti degli anni ottanta (Martelli, Spadolini... chi li ha visti più?) ed alla fine (metaforica ma non solo) di Craxi.
Ed ancora è incazzato!
Ha vinto lui, ma è ancora incazzato!!!

[Per inciso, aveva anche battuto il gran divieto della sua presenza in RAI con un programma dagli ascolti stratosferici negli anni novanta, ma questa cosa me l'ero completamente dimenticata e, senza Wikipedia, avrei continuato a non ricordarla... però effettivamente, adesso che ci penso, me la ricordo!]

Se a questo si aggiunge le bestialità che ha cominciato a dire negli anni (la cura Di Bella contro il cancro che doveva funzionare ed era boicottata dalle aziende farmaceutiche e da chissà chi altro, la palletta di gomma che dovrebbe pulire senza detersivo, ecc, ecc), la credibilità di Grillo, per quanto mi riguarda, è andata a zero e la sua furia continua mi genera solo disgusto.

A tratti, considerando che una parte non trascurabile dell'elettorato del M5S appartiene alla mia generazione e più o meno alla mia fascia d'età, mi chiedo come possano aver seguito, come me, la parabola pubblica di Grillo e non essere giunti a percorrere il mio stesso cammino logico.
Poi mi fermo un secondo a rielaborare la domanda insita del mio pensiero, vedo i presupposti che potrebbero essere non soddisfatti dai seguaci del grillo urlante, e tiro diritto sconsolato, continuando a preoccuparmi per la presa che il genovese ha, a preoccuparmi per le sue improponibili idee politico/economiche che farebbero precipitare la nostra nazione in uno dei più profondi baratri di sempre e sperando che un pur tenendo gli aspetti positivi al cuore profondo del Movimento, questa formazione politica si liberi dei suoi peggiori difetti da frutto della mala pianta del berlusconismo.

Nessun commento: